Nelle ultime settimane, l’ondata di panic selling che ha travolto i mercati, ha colpito anche i beni rifugio più classici, come l’oro. La domanda sorge spontanea:
quali asset possiamo ancora considerare “beni rifugio” ai tempi del coronavirus?
L’incertezza e il panico degli investitori di fronte allo spettro di una recessione globale e l’intensificarsi dell’emergenza sanitaria, hanno scatenato vendite incontrollate sui mercati finanziari ed è subito scattata la corsa ai beni rifugio. Tuttavia, tra le asset class considerate “più sicure”, ovvero, metalli preziosi come l’oro, bond governativi di alta qualità come i Treasury americani e valute come il franco svizzero, non hanno retto dinanzi alla paura degli investitori, non riuscendo più a fornire quella “sicurezza” che gli investitori cercano in periodi di alta volatilità sui mercati.
Inoltre, questo scenario ha determinato un forte incremento di morosità nei contratti di mutuo sulle abitazioni residenziali tale da consentire agli investitori immobiliari di poter attingere a condizioni molto competitive sulle offerte dei portafogli banche crediti in sofferenza.
Ci proponiamo quali consulenti per accompagnare gli investitori alle acquisizioni di immobili residenziali, unico bene di rifugio, provenienti da operazioni di finanziamento insoluto da mettere a reddito e non, a prezzi altamente vantaggiosi, nell’intento di proteggere il patrimonio personale e creando una solida base di reddito da locazioni la cui domanda, stante la situazione di incertezza, sarà sempre in incremento.